Passa ai contenuti principali

L'analisi C14 della Sindone

 


L'analisi del decadimento del Carbonio 14 è il punto più controverso, della già travagliata storia della Sindone. Come ho detto all'inizio della sezione Scienza solo dal 1898, si è aperta la strada della ricerca scientifica, basata su fatti concreti.

Come già esposto nella sezione Storica abbiamo certezza di tutta la storia Sindonica, solo a partire dal 1354, cioè da quando ricompare a Lirey.

Per effettuare l'analisi del Carbonio 14, sono stati interpellati tre laboratori (dai sei inizialmente previsti), per l'esattezza: Il laboratorio di Tucson (Università dell'Arizona), laboratorio di Oxford (Università di Oxford), laboratorio di Zurigo (Politecnico di Zurigo). Questi tre laboratori, hanno analizzato un campione prelevato nella sezione superiore sinistra (osservando il telo Sindonico, come mostrato nell'immagine in alto nella presente pagina).

Sul metodo applicato per poter stabilire, con la migliore approssimazione possibile, la datazione del Lino, si è discusso e dibattuto molto.

Il metodo, che più si è ritenuto essere efficace è stato l'Acceleratore con lo spettrometro di massa, un metodo (distruttivo per il campione in analisi) che permette di avere, secondo l'inventore, una più precisa datazione del campione in analisi. Viene quindi escluso il metodo classico del radioconteggio, con la scusa che sarebbe servito un campione ben più grande di quello richiesto dal metodo dello spettrometro di massa. A garante di tutto, vi sarebbe stato il British Museum, che avrebbe fornito i campioni di controllo di un tessutto simile a quello Sindonico, prodotto con certezza intorno all'anno 30 d.C.

Effettuato il prelievo (in una zona oggettivamente troppo sporca) il 13 ottobre 1988, il cardinale Anastasio Ballestrero, misso Pontificio per la custodia del Sacro Lino a Torino (in quanto, come già espresso nella sezione Storica, il Pontefice è proprietario del Lenzuolo Sindonico per volontà testamentaria di S.A.R. Umberto II di Savoia) dichiara:<< Con dispaccio pervenuto al Custode Pontificio della S. Sindone il 28 settembre 1988, i laboratori dell'Università dell'Arizona, dell'Università di Oxford e del Politecnico di Zurigo che hanno effettuato le misure di datazione del radiocarbonio del tessuto della S. Sindone, [...] hanno finalmente comunicato il risultato delle loro operazioni.
Tale documento precisa che l'intervallo di data calibrata assegnato al tessuto Sindonico con livello di confidenza del 95% è tra il 1260 ed il 1390 d.C. [...] >> (testo tratto da La Sindone - Storia di un enigma, O. Petrosillo - E. Marinelli, Rizzoli, 1998)

Ciò comporta che secondo il Carbonio 14 questi è stato prodotto artificialmente da "mano d'uomo" e che non sia Acheropita (come già analizzato ed espresso nella varie parti che compongono la sezione Scientifica).

 

Conclusioni personali

Premesso che la verità "sull'inquilino Sindonico", è probabile che non la sapremo mai. Personalmente, in base anche a quanto scritto, mi è difficile escludere, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, che in questo non sia stato ospite per un tempo brevissimo Gesù di Nazareth.
Più volte mentre cercavo le frasi da riportare nel Vangelo, vedevo questa o quella ferita, perfettamente riprodotta nell'immagine del Sacro Lino.

A conclusione di questa sezione, voglio lasciarvi citando il titolo di una famosa opera di Luigi Pirandello: Così è, se vi pare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Villa di Briano (CE) - Conferenza Sindone icona Templare

Nel teatro del Santuario della Madonna di Briano si è tenuta una conferenza il 29-04-2023 (versione 4k) su uno dei reperti più controversi della cristianità: La Sindone di Torino Perché contrversa, perché la devozione popolare da sempre, da quando appare nel 1353 a Liery (infatti fu chiamata in quel tempo Sindone di Lirey), i tratti di questo testimone muto della Storia mostra a devoti e miscredenti le torture ed i patimenti che secondo i Vangeli ha subito Nostro Signore Gesù Cristo, ormai 1990 anni fa. La conferenza introdotta da S.E. Umberto Caruso, Priore Generale d’Italia, è stata esposta dal Cav. Giovanni Di Cecca, studioso da oltre 20 anni della materia ed autore di due monografie in materia, di cui una la prima monografia al mondo su una singola copia della Sindone di Torino: La Sindone dei Teatini .

Salerno - La Sindone di Salerno

  Molto meno famosa, di quella di Torino e in parte di quella di Napoli dei Teatini (a Napoli ne esiste un'altra, ma attualmente non né visibile né documentabile), la terza copia nota della Sindone si trova a Salerno in possesso dell'arcidiocesi. In questi giorni (24 Marzo al 24 Maggio 2015) c'è la possibilità di poterla osservare e di poter osservare anche le meraviglie del Museo Diocesano, pagando un semplice biglietto di 2€ per persona. A differenza di quella dei Teatini cui è stato possibile risalire con prove documentate alla storia della sua venuta a Napoli per quella di Salerno, come di molte altre copie, non è possibile, allo stato attuale, dare informazioni precise sulla sua provenienza e motivazione. Si sa solo che fa parte della esigua lista delle copie datate (data 1665) e che è copia dell'originale di conservato a Torino La Sindone, esposta nella Cappella Santa Caterina, dopo la giornata inaugurale, sarà visitabil

Torino - Sindone - Rilevate tracce di monete bizantine sul Telo

Tracce di possibili monete bizantine sono state rilevate sulla Sindone. Il lavoro dei ricercatori dell'Università di Padova e statunitensi, pubblicato sul Journal of Cultural Heritage, e presentato alla Conferenza sulla Sindone in Canada, ipotizza la possibilità che, anche prima dell'anno 1000, varie monete auree bizantine col volto di Cristo siano state strofinate con la Sindone. L'ipotesi potrebbe essere quella di produrre reliquie per contatto . Lo studio di Giulio Fanti e Claudio Furlan ha individuato dell'Elettro, una rara e antica lega di oro e argento con tracce di rame. Secondo Fanti ciò contraddirebbe il risultato della radiodatazione al Carbonio-14, eseguita nel 1988, che ha datato la Sindone intorno al XIV secolo.