Sempre nell'intento di stabilire l'autenticità del telo Sindonico, un altro metodo è l'analisi palinologica, cioè la verifica della presenza di pollini appartenenti alle varie zone in cui storicamente la Sindone è stata presente (come esposto nella sezione Analisi del C14 si presuppone che la Sindone sia un falso medioevale).
L'autore di questa laboriosa e certosina indagine è stato il famoso botanico Max Frei, esperto in microtracce e criminologo di fama internazionale, oltre che fondatore e direttore per venticinque anni del Servizio Scientifico di Zurigo.
Max Frei era un protestante zwingliano, quindi "al di
sopra di ogni sospetto" in ambito religioso. La palinologia
era il campo di specializzazione di Frei.
Egli notò che sulla Sindone c'era una notevole quantità
di pulviscolo atmosferico, ed ottenne il permesso di poter estrarre
dal telo 12 campioni di polvere, avvenuto mediante l'uso di
un particolare nastro adesivo.
Dopo tre anni di ricerca, Frei aveva trovato pollini che si trovavano in Italia e Francia, aveva trovato anche una serie di pollini che non esistono in Europa, ma che provengono dalla zona del Medio Oriente. Dei pollini riscontrati sul Lino, solo di uno è stata impossibile l'identificazione, molto probabilmente appartenente ad una pianta ormai estinta.
Molti dei pollini ritrovati sul lenzuolo sono di origine Palestinese, ed è impossibile che via sia stata una tempesta tale da portare sulla Sindone, in Europa, una tale quantità di pollini, superiore a quella europea. Da ciò se ne deduce che il telo Sindonico è stato per diverso tempo in Palestina.
Tre quarti delle specie rinvenute sul telo sindonico sono di origine Palestinese, in particolar modo 13 sono caratteristiche della zona del Negev e del Mar Morto (il che confermerebbe la presenza del Lino di Torino a Gerusalemme). Altri pollini, ancor oggi non estinti confermerebbero la presenza del Lino anche ad Urfa (l'antica Edessa) e Costantinopoli.
Si chiuderebbe, quindi, il cerchio del peregrinare della Sindone.
In ultimo, sono stati rilevati considerevoli quantità di pollini per cm². Ciò farebbe pensare che in epoca paleocristiana fosse usata dai discepoli (o dai seguaci) come tovaglia di altare per celebrare, il mistero Eucaristico.
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