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Nella due giorni di confronto organizzata dall'Università e dal Politecnico di Bari in collaborazione con il Centro Internazionale di Sindonologia di Torino e con la sponsorship della Fondazione della Cassa di Risparmio della Puglia, si sono confrontati ai massimi livelli (vedi gli atti rilasciati, in inglese) esperti e ricercatori in ambiente multidisciplinare per fare il punto sugli studi che fin qui si sono raggiunti per dare una spiegazione scientifica all'immagine che si è formata sul Telo conservato nel duomo di Torino.
La Sindone, è un telo che misura 4,36m di lunghezza per 1,10m di altezza, e la tradizione vuole che in quel telo vi sia stato avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla Croce.
La Reliquia in possesso da parte dei Savoia dal 1453, è da oltre un secolo (dal 1898, anno della prima fotografia ufficiale) oggetto di studi, ricerche e dibattiti.
La famosa prova principe, quel del Radiocarbonio 14 (basata sul calcolo del delcadimento radioattivo del carbonio presente nelle piante dal momento dello sradicamento per la trasformazione in tessuto) ha dichiarato che il Telo di Torino è databile intorno al 1300, proprio nei cosiddetti anni bui della Sindone.
Nel convegno, basato principalmente su studi di tipo fisico-chimico, sono state affrontate diverse teorie e applicazioni che hanno portato ad un confronto sulle possibile cause fisiche che hanno prodotto l'immagine.
Uno dei risultati con i quali gli scienziati si sono confrontati è l'assenza di una formazione dell'immagine dietro il sudario, cioè l'immagine è presente solo da un lato e non dall'altro, il che sta a significare che la parte più esterna delle fibrille del Lino hanni subito una deformazione meccanica che mostra l'immagine che tutti conosciamo.
Alcune delle ultime ipotesi considerate sono state il Radon presente al momento di un terremoto (basandosi sull'ipotesi che dopo la morte di Cristo vi sia stato un terremoto di notevole intensità come narrato dai Vangeli), che avrebbe potuto ionizzare e quindi modificare la parte di telo a contatto col il corpo una volta depositato nel Sepolcro.
Altre tesi hanno ipotizzato e dimostrato sperimentalmente, come un forte campo elettrico possa aver creato l'immagine sul Lino sulla parte a contatto col corpo.
Oltre le ipotesi di tipo scientifico sono state analizzate anche documenti e studi iconografici che mostrerebbero, indirettamente, che il telo Sindonico, ovvero un telo con una immagine raffigurante il Cristo, è presente nella tradizione storica ed iconografica da almeno VIII - IX secolo dopo Cristo.
Si è affrontato anche il tema della Copie (in modo particolare la cosiddetta Sindone dei Teatini di San Paolo Maggiore di Napoli) e gli ultimi studi sul Sudario di Oviedo che, avrebbe avvolto il capo di Cristo ancora in croce ed avrebbe raccolto il sangue uscito per il naso e dalle ferite del volto.
A dirigere i lavori il Prof. Francesco Lattarulo del Politecnico di Bari ed il Prof. Bruno Barberis Professore Associato di Meccanica Razionale all'Università di Torino e Direttore del Centro Internazionale di Sindonologia
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