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Sindone, lo scritto più antico del 1370: “Serviva a truffare i fedeli”


Questa estate 2025 sulle colonne de La Stampa del 28 agosto 2025 compare un articolo interessante relativo alla Sindone di Torino (Photostory by ChatGPT)

L'estratto del 1370 che indica la Sindone falsa

Il ricercatore Nicolas Sarzeaud, giovane ricercatore presso l'Università cattolica di Lovanio e borsista dell'Accademia Francese di Roma ha trovato un documento scritto da Nicola di Oresme e datato 1370 che affermera che la Sindone di Torino è un falso fatta per attirare oboli dai fedeli.

Per l'esattezza l'estratto dice:

«quia sic multi viri ecclesiastici deciperent alios ut oblationes suis eccle- siis afferrent. Patet hoc adsen- sum de ecclesia in Campania ubi dicebatur quod esset sudarium domini Thesu Christi»

che tradotto in Italiano significa:  «perché in questo modo molti ecclesiastici ingannano gli altri, per far in modo che portino offerte alle loro chiese. Ciò si vede chiaramente in quella chiesa nella Champagne dove si diceva che ci fosse la sindone del Signore Gesù Cristo»


L'importanza dello scritto

Che la Sindone non abbia mai goduto di fama di autenticità è storia nota dal 1389 quando il vescovo di Troyes Pierre d'Arcis narra di un'inchiesta che fu fatta dal suo predecessore Henri de Poitiers già dal 1355 intendeva la Sindone come falsa ed i miracoli ad essa addotti erano dei falsi simulati.

In risposta a Pierre d’Arcis, Papa Clemente VII (antipapa) dichiarò legittima la venerazione della Sindone, purché fosse reso chiaro al pubblico che era una rappresentazione artistica della passione di Cristo, e non una reliquia autentica.

La cosa interessante di questo documento che retrodata di quasi 20 anni il documento di Pierre D'Arcis del 1389 per di più scritto da un'autorevole fonte come quello di Nicola D'Oresme (vedi nota biografica sotto) che era esterno alle vicende che riguardavano l'arcidiocesi di Lirey.

Inoltre, il documento avvallerebbe anche il test del Carbonio 14 fatto nel 1988 che colloca la Sindone tra il 1260 ed 1390

Inoltre un recente articolo pubblicato il 3 agosto 2025 sull'ANSA l'esperto brasiliano Cicero Moraes, noto per le ricostruzioni tridimensionali dei volti di molti personaggi storici, da Antonio da Padova a Francesco Petrarca ha sostenuto (con prove sperimentali) che un bassorilievo riscaldato può dare l'immagine della Sindone come la conosciamo, avallando anche le altre ipotesi del Prof. Andrea Nicolotti che ha più volte ripetuto


I dubbi della Sindonologia

Ovviamente il recente ritrovamento del documento di Nicola D'Oresme ha riaperto il dibattito tra sostenitori e denigratori (degno erede di appartenenza Guelfa e Ghibellina) che da decenni si scontrano a suon di pubblicazioni talvolta a favore talvolta contro.

Il vero problema, dal mio punto di vista, è più complesso ed allo stato attuale non può essere risolto per una serie di motivi quali:

1 - La documentazione attuale fa risalire con certezza dal 1355 l'esistenza e, con quello di Nicola D'Oresme possiamo far risalire il più antico documento al 1370

2 - Esiste (e l'ho trattata molto spesso) una documentazione indiretta che ci porta a supporre che il Telo sia di più antica fabbricazione (ad esempio il Codice Pray,  una collezione di manoscritti medievali contenuti in un codice conservato alla Biblioteca Nazionale Széchényi risalente al 1192-1195)

3 - A parte lo studio fotografico, soprattutto partendo da Secondo Pia del 1898 che per primo scattò la celebre fotografia che mostrava un volto più definito di quello originale che era visibile da vicino e che ha dato origine alla Sindonologia (immagine che non è possibile vedere in nessun altro dipinto nella storia), l'unico studio reale sul Sacro Lino risale al 1978 quando fu autorizzato il Progetto S.T.U.R.P. dal 8-13 ottobre 1978 (per di più in Sede Vacante, visto che Papa Giovanni Paolo I morì il 28 settembre 1978 e San Papa Giovanni Paolo II fu eletto il 16 ottobre 1978).
Il progetto S.T.U.R.P. (acronimo di Shroud of Turin Research Project) (2) (3), consenti per 120 ore consecutive di sottoporre il Lino ad una serie di test i cui risultati furono pubblicati negli anni '80 del XX Secolo.
Da allora, eccetto prendere dei pezzi per il Test al Carbonio 14, non sono stati fatti altri Test con tecnologie più moderne, compreso il Carbonio 14, di cui, con le tecniche attuali, bastano pochissimi frammenti e pezzi interi come quelli presi nel 1988.

(2) Link ai documenti pubblicati dallo S.T.U.R.P.

(3) Le principali conclusioni dello STURP furono pubblicate ufficialmente nel 1981:

  • Non vi è nessun tipo di pigmento, pittura, tintura o colorante sulle fibre del tessuto.
  • La colorazione dell'immagine risulta dall'ossidazione, disidratazione e coniugazione della struttura di polisaccaridi delle fibrille stesse del lino.
  • L'analisi computerizzata dell'immagine mostra che in essa è codificata un'informazione tridimensionale.
  • Non vi sono tracce di spezie, oli o di alcuna secrezione corporea.
  • Appare evidente che vi sia stato contatto diretto della Sindone con un corpo.
  • Nessun metodo chimico o fisico conosciuto è in grado di spiegare la totalità delle caratteristiche dell'immagine.
  • Le macchie di sangue sono composte di emoglobina e contengono albumina.
  • Si può concludere che l'immagine della Sindone è quella di un vero corpo umano flagellato e crocifisso.

A questo punto il documento ritrovato alla Biblioteca Nazionale di Francia, amplia i confini della documentazione nota sul Telo di Torino, ma non risolve il vero quesito: E' originale o no? ovvero Ha contenuto il corpo di Cristo o no?


Breve Biografia di Nicola di Oresme

Nicola d'Oresme, in francese Nicole Oresme o d'Oresme (Fleury-sur-Orne, 1323 – Lisieux, 11 luglio 1382), è stato un matematico, fisico, astronomo, economista, vescovo, filosofo, psicologo e musicologo francese

Fu uno dei più famosi e influenti pensatori del tardo Medioevo; fu inoltre appassionato teologo, traduttore competente, influente consigliere di re Carlo V di Francia e vescovo della diocesi di Lisieux. Fu filosofo della Scolastica e viene considerato tra i principali fondatori e divulgatori delle scienze moderne e uno dei più originali pensatori del XIV secolo

Molti dei suoi trattati latini più meditati risalgono a prima del 1360 e mostrano come, a quella data, Oresme fosse già affermato come filosofo scolastico e con un'altissima reputazione; questo attirò l'attenzione della famiglia reale e lo mise in stretto contatto con il futuro Carlo V di Francia nel 1356. A partire dal 1356, durante la prigionia del padre, Giovanni II, in Inghilterra, Carlo agì come regnante e dal 1364 al 1380, come Re di Francia. Il 2 novembre 1359, Oresme divenne segretario del Re (secretaire du roi) e nel periodo seguente sembra fosse stato nominato cappellano e consigliere del Re. Pare che Carlo avesse la più alta stima per il carattere e il talento di Oresme, spesso seguì i suoi consigli e gli commissionò molte opere in francese, allo scopo di divulgare le scienze e il gusto per la cultura in tutto il regno. Su insistenza di Carlo, Oresme pronunciò un discorso davanti alla corte papale di Avignone, denunciando il disordine ecclesiastico di quel tempo. Secondo una lunga tradizione, Oresme sarebbe stato anche il tutore del Delfino di Francia (che più tardi divenne Carlo VI), ma la cosa non è certa. Oresme fu per tutta la vita amico intimo e consigliere di Re Carlo Le Sage, fino alla morte di questi, avvenuta nel 1380. La sua influenza sulla politica progressista, economica, etica e filosofica di Carlo fu probabilmente molto forte, ma un'approfondita indagine di questi fatti non è stata ancora compiuta. Oresme fu la persona più importante di una stretta cerchia di intellettuali alla corte di Carlo, quali Raoul de Presle e Philippe de Mézières.

La fiducia del re nelle capacità di Oresme è evidenziata dal fatto che il Gran Maestro di Navarre fu inviato dal "Delfino di Francia" a chiedere un prestito alle autorità municipali di Rouen nel 1356 e di nuovo nel 1360. Nel 1361, con il sostegno di Carlo, mentre era ancora gran maestro di Navarre, Oresme fu nominato arcidiacono di Bayeux. È noto che Oresme, fervente filosofo scolastico, abbandonò mal volentieri l'interessante posizione di gran maestro.

Il 23 novembre 1362, anno in cui divenne maestro di teologia, Oresme fu nominato canonico della Cattedrale di Rouen: all'epoca di questa nomina insegnava ancora regolarmente presso l'Università di Parigi. Il 10 febbraio 1363, fu nominato canonico alla Sainte-Chapelle, ricevette una semi-prebenda e il 18 marzo 1364 fu elevato alla posizione di decano della Cattedrale di Rouen. È probabile che la mano regale di Giovanni il Buono, padre di Carlo, sia stata influenzata dai suggerimenti del delfino, visti i frequenti cambiamenti di posizione di Oresme. Durante lo svolgimento dei diversi ruoli a lui assegnati di volta in volta nella cattedrale di Rouen (1364-1377), Oresme trascorse molto tempo a Parigi, soprattutto per occuparsi degli affari dell'Università. Sebbene molti documenti attestino la presenza di Oresme a Parigi, non possiamo altresì affermare che egli insegnasse anche là a quell'epoca.

Con l'inizio delle prolungate attività di traduzione di Oresme, su richiesta di Carlo V, egli risiedette in modo continuativo a Parigi, come è provato dalle lettere datate dal 28 agosto all'11 novembre 1372, inviate da Carlo a Rouen. La permanenza di Oresme a Parigi sembra esser stata prolungata da Carlo fino al 1380, quando Oresme iniziò a lavorare alla sua traduzione dell'Etica Nicomachea di Aristotele nel 1369, che sembra sia stata completata nel 1370. La traduzione della Politica e della Economia di Aristotele sembra essere stata completata tra il 1372 e il 1374, il De caelo et mundo nel 1377. Oresme ricevette una pensione dalla tesoreria reale agli inizi del 1371 come ricompensa per il suo grande lavoro.

Grazie all'infaticabile lavoro svolto per Carlo e la famiglia reale, il 3 agosto 1377 con l'appoggio del Re, Oresme ricevette l'incarico di vescovo di Lisieux. Sembra che Oresme non avesse preso dimora a Lisieux fino al mese di settembre del 1380 e si sa poco riguardo agli ultimi cinque anni della sua vita. Oresme morì a Lisieux l'11 luglio 1382, due anni dopo la morte del Re Carlo, e fu seppellito nella cattedrale. (1)

(1) Wikipedia - Nicola d'Oresme



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